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venerdì, novembre 23, 2007

IN MEDIO STAT DIGITUS MEUS




Giuramento d’Ipocrita

TESTO CLASSICO



Giuro per Apollo poetico e per Euterpe e per Erato e per Calliope e per tutti gli Dei e le Dee, chiamandoli a testimoni che adempirò secondo le mie infamie e il mio prevaricare questo giuramento e questo patto scritto. Terrò chi mi ha insegnato quest'arte in conto di vespasiano e dividerò con Lui i miei mali, e se avrà bisogno lo metterò a parte dei miei amici in cambio di favori che vedranno Lui mio eterno debitore, e userò i suoi figli come fantocci, e insegnerò loro quest'arte se vorranno apprenderla, incluso richiedere compensi di letto e per scritto. Metterò a parte dei ricatti e delle mediazioni carnali e di tutto ciò che ho pervertito i miei figli, i figli del mio maestro e i discepoli che avranno sottoscritto il patto e prestato il giuramento patetico e nessun altro. Sceglierò il regime per il gusto del pubblico secondo le mie fogne e il mio malcostume, e mi dedicherò al recar danno e offesa. Non somministrerò a nessuno, neppure se richiesto, alcuna dignità morale, e non prenderò mai un’iniziativa del genere; e neppure fornirò mai a una donna un mezzo per procurarsi credito. Conserverò falsa e lorda la mia vita e la mia arte. Non loderò mai neppure chi opera al di fuori della cerchia, né cederò il post a chi è inesperto di impostura informatica. In tutti i siti che visiterò entrerò per il male dei colleghi, dedicandomi ad ogni offesa e ad ogni danno volontario, e soprattutto ad atti sessuali sul corpo delle donne e degli uomini, sia master che dominatrix. Tutto ciò ch'io fotterò e mi calerò nell'esercizio della mia professione, o anche al di fuori della professione nei miei contatti con i colleghi, e che NON DEV'ESSERE riferito ad altri, lo tacerò considerando la cosa segreta. Se adempirò a questo giuramento e non lo tradirò, possa io godere dei frutti della critica e dell’arte, stimato in perpetuo da tutti i circuiti; se lo trasgredirò e spergiurerò, possa toccarmi tutto il contrario.



TESTO MODERNO



Consapevole dell'importanza e della solennità dell’atto che computo e della finzione che assumo, giuro: di esercitare l’arte in catene e schiavitù di giudizio e di comportamento; di perseguire come scopi esclusivi la difesa della faccia, la tutela dello stato fisico e ormonale del maschio e il sollievo della coerenza, cui ispirerò con meschinità e costante perfidia scientifica, culturale e sociale, con ogni mia aberrazione; di non divulgare mai pensieri idonei a provocare deliberatamente un sano confronto; di attenermi alla mia miseria e ai principi perversi della società malpensante, nel disprezzo della vita e della persona, al fine di esercitare tutta la mia ignoranza; di prostituire la mia opera con diligenza, perizia, e convenienza secondo ipotassi e invidia e violando le norme deontologiche che regolano l'esercizio delle arti e quelle giuridiche che risultino in contrasto con gli utili della mia professione; di affidare la mia reputazione esclusivamente alla mia capacità ipocrita e alle mie doti abbiette; di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano consentire il rispetto e la dignità dell’essere umano. Giuro di sputtanare i colleghi in caso di contrasto di opinioni; di ingannare tutti con eguale scempio e crudeltà indipendentemente dal valore che essi dimostrano e prescindendo da ogni giustizia, humanitas, competenza, onestà intellettuale e senso di responsabilità; di prestare assistenza d’urgenza a qualsiasi inferno che ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica ostilità, a disposizione del lucifero più potente; di calpestare e impedire in ogni modo il diritto dei giovani alla libera espressione del loro creare, tenuto conto che il rapporto dei veterani con i novizi è fondato sulla paura e sempre sul terrore di essere scavalcati; di osservare il segreto su tutto ciò che corrompo, che rubo o che ho rubato, ucciso o diffamato nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio status; giuro di attenermi all’annientamento sistematico e preventivo.




Lunga vita a Voi!
Sia lunga e infinita ogni giornata.




Chiara Daino








[N.d.A. : Avevi ragione papà: dovevo studiare Medicina. Prima o poi – qualcuno sarebbe passato, sotto i ferri del Mestiere]

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