CUSTODE
resto.
sola e sola non so quale fronte dare alla notte.
se rovescio, io rovino: pioggia – alla tua fonte
all’ultimo goccio
«esigo il tuo rogo!»
mortifica il muro – ti prego…
congedo l’orgoglio: e non caricare!
[trabocca il vaso per croce e luce]
Diletto tu, mia custodia – china
e salva [scure e tarde…] sei il mio
Custode: rendi a me tutto giusto.
gestire? io non so.
l’intima rimessa:
il romito pretese
una fetta di luna
tu distante, io nuda – incapace
[è colpa la misura del vuoto?]
non regge il letto. di solo letargo
accado perché tu
decado perché tu
tu fonda io rendo
nel pianto è rotto
non serve motivo
tenero tu – salva
il fiato: il tempio
muto [piega le scale!]
[da Sàrxophone, Angel, Aerosmith]
... Ai miei Angeli. Di sempre, da sempre. Ai due [LE ALI] di ieri - che ieri erano: presenti. [è già la notte confonde: venerdì]. E non si sapeva. E non si sperava. E mi seguite anche quando non vi chiamo. Rete che può e rende: il mio lato migliore. Quello felice. Metal e/è poesia! Il pubblico migliore: con - sente. Grazie Pazù, Grazie Ivan!
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