[tribute to The Hill by E. L. Masters, Spoon River Anthology]
IL LETTO
di Chiara Daino
Dove sono Marco, Carlo, Simo,
Massi e Rudy,
l’ambiguo, l’ameba, il trucido,
l’elfo, il bugiardo?
Uno bruciò la chitarra,
uno si è sposato in chiesa,
uno è in cerca di una dose,
uno l’ho perso per strada,
uno restò chiuso nella torre navigando
per i suoi mari –
Tutti, tutti dormono, dormono,
dormono nel mio letto.
Dove sono Paolo, Ale, Richy, Giuse e Didi?
il gigante, il cinico, il vacuo, l’efebo, il poeta?
Tutti, tutti dormono nel mio letto.
Uno finì per marchiarmi a fuoco,
uno per cancellarmi i sogni,
uno dietro un vetro annerito,
uno col dar retta a suo padre, quando c’era quasi
uno girando cartine e città, in treno in volo in moto
ma fu ritratto nel piccolo corpo con Paolo con Ale, e Richy
Tutti, tutti dormono, dormono, dormono nel mio letto.
Dove sono il Matte e lo Sciama,
e quel puerile vecchio Capitano e il buon Barabba,
e quel demente di Bullìco che aveva conosciuto
la più grande cerchia parassita della Repubblica?
Tutti, tutti dormono nel mio letto.
Si ripresero, sensi cadaveri, dalla nebbia,
e purezze infrante dalla realtà,
e la mia parola orfana, lacrima –
Tutti, tutti dormono, dormono, dormono nel mio letto.
Dov’è quella bambina saggia, Key
che giocò con la vita per tutti i Mille Anni,
fronteggiando la neve minuta a petto nudo,
bevendo, facendo segnali, senza curarsi di sé
né del diaccio, non del desco, né del dolore?
Eccola! Ciancia delle tante ferite di tanti anni fa,
di tante corse, in Vico dei Librai, dei tanti anni prima
di quello che azzurro le disse
una volta che tutto il mondo sembrava dormisse
[da Virus 71]
6 commenti:
Brividi.
C’è chi ha chiamato “casa” questo posto, abituato alle empietà più oscure tramandategli da chissà quale convinzione, o per semplice diletto. C’è chi ha ammirato tutto quello che succede qui attorno per il solo piacere della trasgressione, o della più bieca follia umana. C’è chi ha scritto racconti su quanto avviene tra questi monoliti di legno per il più puro piacere di provocare brividi lungo la schiena di chi legge, senza far trapelare il fatto che in realtà è tutto vero. Tutto reale. Tutto assolutamente vivo.
Urla di dolore.
Grazie a te. Per le condivisioni. Per la grazia. Da brividi.
E vorrei raccontare la bellezza di una bugia artefatta - ma ho solo questo. SONO solo: la verità di una cicatrice!
A te, Daniele, che sai: quanto NON sia semplice - ESSERE!
Bacio di Dama
E le cicat[t]rici, si sa, sono per sempre. Perchè regalare diamanti? Oh, stolti noi a pensarlo!
Perché i MIGLIORI AMICI di una Donna - sono Pietre Pure, ma - tu sai - come frammenta Eraclito: *i porci godono della melma più che dell'acqua pura*!
E nel mio palco, nel mio letto: è sempre Marchio. E chi Macella chi?
Come parafrasò Mr. Tamburino, William Love [che tu ben conosci]:
"quando un uomo miniscolo incontra una Donna che sa usare il Maiuscolo, l'uomo Minuscolo è un uomo morto!";)
E peste colga a chi osa sfidare, chiosa chiusa nel vil pendìo della vita.
Chi evita la pugna, scappa e sopravvive. Chi no... sottomesso, com'è giusto.
E per Te, in alto i calici. Fossero anche vuoti. Sempre.
Mercuzio: Sono ferito. La peste alle vostre famiglie. A tutte e due. Sono spacciato. E quell'altro che è scappato, non ha nulla?
Benvolio: Oh! Sei ferito?
Mercuzio: Uno sgraffio – uno sgraffio – ma perdío! quanto basta [...]
Romeo: : Coraggio amico, la ferita non sarà profonda.
Mercuzio: No, non come un pozzo, né grande come la porta di una chiesa: ma è quanto basta, e basterà. Ventite tutti a cercarmi domani a casa mia: mi troverete...
Che qui - non hanno ancora deciso se sono dei Montecchi [ Attori ] o dei Capuleti [ Autori ], e mi marchiano Mercuzio! eheheh
In alto i calici! * Il Sole con le Borchie trionferà!*
Baci ATROCI!
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