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mercoledì, gennaio 12, 2011

LA VERITÀ TI FA MALE [LO SO. E GODO]


[foto elaborata da Daniele Assereto]




«Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario». È Orwell è Pasolini è Lei. È la rivolta dello stomaco per quel che esigo: corrusco! La fiamma chiara della verità è una parola promessa prima. In tanta penosa pània politica [fazioni e finzioni per la definitiva perdita della funzione cognitiva], lei abita la piccola πόλις che perimetra la pelle. Nasce dove nosce e quel che non tace – dice: «il vostro cappio è il mio confine». Di qui: non passate! Non forzate le morse delle mie fenicie ferocie – se non sapete quale senso ho scelto per le mie ore «fiere». Se pensate [e sempre. Da sempre. Continuate!] di farmi la festa per fare festa – quel che fate è fulminare un’incauta leccata a quella che si palesa, innocua e irrisoria: una rana dorata. E quanta poca saggezza contadina! La pianta più velenosa è sempre quella dalla magnifica cromatura… Come la rana, la rana dorata, è della categoria: tossica. Ne basta una [cinque centimetri o anche solo la metà] per produrre veleno abbastanza, abbastanza veleno per uccidere dieci esemplari adulti [non certo «adulti esemplari»!]. E alla rana dorata nessuno ha insegnato l’indifferenza: la rana dorata prospera beatamente ignara di ogni freddezza relazionale, di ogni «divina» distanza dettata da Montale; ignara anche del punto e virgola: la rana rutila la sua ranosità. Pericolosa e precisa.
Non basta il «gonfiar di gota» per dirsi rana. Tanto meno: rana dorata. E, nell’ordine, dardeggia:

• i geriatrici girini che dopo una performance sanguinante il dramma dello stupro e dell’abuso aberrante e delle più disumane violenze – tentarono ficcarle biforcute lingue in gola [dopo i «complimenti di cortesia», ça va sans rire]
• il bufo bufo, baffo baffo – che gracchiò di una «più borghese e contenuta esibizione» [la prossima volta si rivolga a suor Germana per interpretare le sue eccelse versioni dei classici, gratuitamente e per amor di studenti! La prossima volta si consiglia acquistare il corso interinale propedeutico «impara a non ceffare le tracce! È uno stereo, non è difficile: schiaccia play!»]
• l’ululone dal ventre giallo [inutile rigirarsi sul ventre per avvertire: «non sono commestibile!». Sappiamo tutti quanto tu sia inutile – anche – alla catena alimentare], promotore di uno «sciopero della fame» [è vivo, è vivo, niente sondini nasali per i paraculo!] due settimane prima di candidarsi come politico o presunto tale. Fastidioso, molesto e disposto a tutto pur di «far clamore». Non contento di una pluripubblicizzata conversione [il suo conto corrente è la sua sola religione, lo specchio del suo cesso è il suo unico dio!], non pago del pettegolezzo più bieco e becero circa le scelte sessuali dei suoi colleghi, non sollazzato dal soldo ereditato e sperperato in botulino – l’ululone espanse le sue mire! E, siori e siore, saldatevi alle vostre sedie perché quel che sto per annunciarvi sfiora l’ineffabile! L’ululone si dedicò allo sciorinare pixel per insultare la qui scrivente rana dorata. E non è l’insulto che la ulcera, quanto la demenza: con tutti i video a disposizione dell’ululone [e di ogni internauta], perché scegliere l’unico che le valse una vittoria? Lei invoca: un’ostilità degna e saggia! Come si commenta un vecchio patetico in cerca di vetrinetta? Basta la parola: l’ululone si definì «non poeta» per malcelata modestia in cerca di gloria. Che pena – chi ristagna! Bonifica bonifica bonifica…
• l’imbelle principe delle raganelle – che la contattò per «essere una firma della nuova rivista di letteratura genovese». Finanziato anch’esso da papino [la rana dorata è l’unica stronza che non eredita – altro che: guai!], le propose collaborazione con giovani genovesi «under 25». Sopravvissuta e rassegnata all’eterna gavetta, pur la rana «qual cosina in più» del bacarospo improvvisato –sapeva… Tralasciando messaggi [che ha salvato!] quali: «se ti masturbi, pensami» – compatendo l’idiozia maschile, osò proferire: «se scrivete “ficata” non sarete mai presi sul serio dalla Repubblica delle Lettere». E scatenò l’apocalisse! L’imbelle principe delle raganelle si alzò in preda a convulsione [e confusione!], spolmonandole: «fascista di merda! Noi comunisti vogliamo arrivare alla nicchia di pochissime persone scelte, non come voi fascisti che volete più gente possibile!». Le raganelle presenti si marmorizzarono assecondando il più «fico» di tutti loro –
mentre la rana dorata meditava sulla cazzata concettuale e storica appena proferita. «Ficata» è un’ingenuità [non parliamo di poetica!] – tipica della gioventù cresciuta a «disco e Moccia», quale crimine aveva commesso la rana dorata sconsigliando quella gergale pacchianata? Inutile cercare una qualche, plausibile, ragione: l’imbelle principe delle raganelle era pronto a sfogare il suo istinto primordiale di bullo picchiatore! Al di là dell’oggettivo arrivare solo allo sterno della rana dorata [bastava un rutto per ferirlo ed essere denunciata!], l’esserino viscido rimboccava il suo sproloquio: «tu che cazzo hai fatto nella vita? Chi cazzo è Lello Voce? Chi lo conosce? Mai sentito Ottonieri e tutti i nomi che dici essere poesia! Noi siamo il futuro che vive per fare cose nell’ambito genovese!». Auguri e pinoli maschi! Che vi devo dire? Se questi sono i «giovani», brindo con Davide Nota e Gianluca Pulsoni alla nostra vecchiaia
• abbietti anuri che pigolano [in azzardi biologici e sintattici: se latrate via facebook la realtà che «mai mi dominerete» – siate cortesi: ripassate le regole grammatiche/ortografiche! Mie care nerchie deluse, «sopravvalutata» si scrive e si pronuncia con ben due «v». La vostra condanna è che sono il solo giudice di tutte le me! La vostra condanna è che porto gonne corte ma conosco Euripide, la vostra condanna è che vi bullate di conoscere quello che non vi ho mai permesso di intuire]
• diffidate dalle rane dorate! E similmente: non solleticate troppo la tigre! La natura impronta: il come reagire! Se cercate – trovate: un’improvvisa intestina irruzione. Nella vostra ovatta, come vi taglia la gola quella bestiola che avevate pugnalato alla schiena? Si stuzzica la fornace canina – con la nulla carcassa della vostra vile spada corta – quella modica rana: avvelena. Indole felina.


My best gowls

E si accorge dell’incombere festivo per l’usuale «Last Christmas» reiterato via radio. E si accorge del ghigno che le plasma il volto: «Auguri!». E tu, ti accorgi dell’intenzione che cinica – la pronuncia?

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