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domenica, novembre 02, 2008

SCUSATE SE SONO





SCUSATE SE SONO
stanca



SCUSATE SE SONO
costole e catrame
macello e mulino
irritata e irritante

un suono molesto
[ in sottofondo ]

Scusate chi si scusa. Per essere. Per avere. Ho una pessima reputazione da difendere [ Angelo mio non dire mai quando mi hai vista piangere, non dire mai quanto hai visto dietro la maschera, a luci spente, lontano dal palco. Tu non dire mai, Angelo mio. E se mai ti faranno piangere, vieni da me: saprò difenderti perché saprò vederti ].
Scusate gli amici, i pochi giganti – che mi seguono: il mio paziente corteo funebre – mi veglia mi vigila – nel tiro della fune, per strappare sorrisi ai sorsi, per sollevare [ e trattenere ]. Scusate il disturbo, ogni mio rapporto malato, scusate se scrivo, la fuga di pensieri e la perdita della memoria. Scusate se ho scelto di vivere: tutte le voci. E nessuna logica comune. Scusate la matrice quadrata e invertibile, il numero delle incognite [ Kramer contro Cramer ]. Ho un personaggio scomodo e un personaggio ingombrante, un ruolo maschile e una parte femminile: Gavroche e Vivien. E il coro non è completo: nuovi copioni mi preparano nuovi caratteri. E continuo a cercare un solo sublime silenzio. Per sentire, capire dove: mi sono persa. Mi sto chiamando piano, sempre meno: il mio nome magro. Non riceve bene. Solo le urla: sono forti e chiare. Il segnale verticale e di pericolo. E scusate il ritardo con cui rispondo: ero in equilibrio precario, dondolo di Eco e pendolo di Ego. Non ho ancora deciso – e “porto il peso: perdendo peso”…
Scusate l’ago teso dei miei occhi tristi. Scusate la pretesa [ perché non vedete? ]: non è da tutti, non è per tutti – andare oltre la pelle. Scusate se sono e non sono. Se dico per tacere. Se maschero la morte: piccoli e perfidi trucchi. E avere un motivo, uno in più – per farmi male. Candida carogna. Scusate il corpo facile e la natura fragile: la pazzia e il panico, il coltello e la carezza, il peccato e la purezza. La mia paura doppia: essere forte, essere debole. Un cuore di metallo e un cuore di cristallo. Due fantasmi e un teschio solo.

SCUSATE SE SONO
scivolo: sciacallo
[ si nonima strega ]

grano rosso al grammo
al chilo al chi lo dice la
dice: macchia carnefice

SCUSATE SE SONO

complesso di cocci
che chiamo – carne

di corvo diadema
ematoma: in gola
le nocche e livide
per dita
che crema

gialla e bionda
grumo e di bile

lamia pancia piatta
dama dirà due dardi
uno di piombo e uno
di vetro rotto a forza

mai una scheggia, una sola. È senza sede e secca: in gola. Mai doma, non siede composta: la fame non sazia di un gesto… [ toglimi tutto, ma lasciami, lascia per me: un abbraccio che non ti serve ]. Fai finta di nulla e dimentica: lascia in cantina un abbraccio che non indossi più. Lascialo lì, lì per me, per molto meno: ho amato qualcuno…
E congela…
Più tossica del tabacco – che fuma che confonde [ e si nasconde meglio il cecidio: il costume di scena ]. Se vi pare, si chiude: SIPARIO!
Non ancora. Un atto ancora. Dopo l’applauso si chiede scusa. Non voglio scendere. Non voglio spegnere. È questa: casa mia. Aspetto qualcuno. Signore mi scusi: la mancata simmetria e la visione distorta: un occhio per vedere vicino e un occhio per leggere lontano. Una mano che trema e una mano che taglia. Un piede sulla luna e un piede sotto terra. Una testa di Cazzo e una testa di Medusa. Signora mi scusi se pecco di pioggia: e amo le tempeste. E scusate lo sfogo e lo sfregio, se la bocca di Rosa ha licenziato il Riso [ e si scatena – fuori ]. Scusate se sono: e sbaglio. Se sbocco, se sillabo fuori tempo, fuori luogo. Il mio oggi è obbligo: «chiedi scusa al sistema!», «rendi grazie allo sperma!», «tieni la bocca chiusa!», «tieni a freno l’istinto!». CHIEDI SCUSA! E SALUTA! Scusa Scusa Scusa! Salve Salve Salve! Non basta? Non basta! Sei senza scuse… Non importa, in fondo: «perdono» è una parola – che muta. Cambia il come, cambia il dove. L’accento è tratto! E separa un momento felice… E ti ricordo. E grazie per quella canzone! E… quasi quasi mi dimenticavo…

SCUSATE SE SONO
due volte tanto
due volte troppo

SCUSATE SE SONO
pessima compagnia
compagna peggiore

SCUSATE SE SONO
sudario e sicario
il palco il pugno
e stiva e sangue

SCUSATE SE SONO
Chiara


[ Va bene così? ]

4 commenti:

Anonimo ha detto...

'scusa se sono: e sbaglio'
grazie per ricordarci che lo 'sbaglio' è una deviazione del prima - del aver saputo già - di ciò che credevamo fatto - di un a priori mai tenuto.

un abbraccio

alessandro ghignoli

Chiara Daino ha detto...

A te, Alessandro

rendo grazie per ogni reciso - colto... per ogni ... oltrepassare l'oltre!

Bacio nel dove sei

Chiara

Anonimo ha detto...

Un abbraccio, Chiara -cascata di parole/segni. Briciole di pane lungo il sentiero/sassi. Ti accompagno, da lontano.
liliana

Chiara Daino ha detto...

Abbraccio nell'a presto, Liliana, mano tesa - che tiene.

*Oltre la siepe* - sei e sai.

Chiara