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martedì, dicembre 02, 2008

MULTUM… VIVA VOX FACIT



È molto difficile per un uomo credere abbastanza energicamente in qualcosa, in modo che ciò che crede significhi qualcosa, senza dare fastidio agli altri

Ezra Pound




Credere.
È Voce? È Verbo? È Volontà? Credere è. Il verso – imperativo. Chi crede a chi? Chi non crede a chi? Provare per credere? Vedere per credere? È questione di fede. E quale senso sacro? Quale religione? È una scelta personale. E si sceglie. Anche di affrontare, di vivere la vita come un affronto.
Abbiamo bussato: alle porte del Paradiso. Abbiamo bussato: alle porte dei Potenti. Abbiamo buscato. Noi non abbiamo mai smesso. Di credere e farci colpire. Noi che non riusciamo [ quasi mai ] a farci capire, a farci aprire: porte e permessi. Per essere: altro. Per resistere: oltre. Noi siamo una persona plurale di singoli decisi a destinarsi: un futuro diverso. Un futuro nostro. Ora che il vostro divide et impera perde presa? Ora che vi divora: una generazione grave, una generazione gravida di giustizia. Ora: come seccate i secondi? Come a Sparta? Come vi liberate dei figli scomodi, dei figli diversi, dei figli malati? Come sistemate i figli che non si sistemano nel sistema?
Contro ogni previsione, contro i molti mulini, contro tutte le mafie: siamo cresciuti. Uniti. Illusi e delusi. Siamo ancora qui. A fare famiglia. A fare. A dire. La nostra parola precisa e piena. Argine comune – alle lacrime, ai lividi. Noi siamo chi: si aiuta. Chi affonda: due dita nella gola dei vostri governi, dei vostri giudizi. Perché la parola violenta e forza le vostre prigioni.
Avete auspicato: il peggio per i posteri. Abbiamo un augurio: un solo. Lunga vita! Lunga vita a Voi! Ve l’hanno detto mai? « NON giudicare il dramma prima che sia finito[1] »… Ve l’hanno detto mai? C’è chi crede. C’è chi è. E continua a credere. A chiamare: fratello e sorella. Un futuro solido. Il nostro. Negando e negati, siamo ancora qui. Abbiamo fuso: arti e parti. Abbiamo fuso: le vostre catene. Abbiamo fuso: fuori orario. È troppo tardi. Siete fuori tempo massimo. Per fermarci.
Per fermare: i bimbi con le borchie.


EVASI NEL NULLA[2]




La peste nelle pupille:
la morte è – la nostra
scorta.

Lungo strade lorde di sangue
convoglia il suo pasto: e parte
dalla polpa – ci divora dentro
caria le costole, erode le ossa…

Come possiamo essere
[ al sicuro e lontani ]
come possiamo correre
ora che il vuoto annulla
i nostri polmoni – pieni
[ di deserti e digiuni ]?


Siamo sommersi
nei rifiuti rimessi
solo per noi, nei
riflussi di vomito
emesso solo per…

Noi siamo sepolti
[ nel delta di bava ]


Sangue e crampi e nulla
[ da aggiungere ]
e allora perché – dimmi
perché – siamo costretti
[ e condannati ] a morire?




evasi nel nulla
persi nel vuoto





vedo il mio viso riflesso
nel retro dello specchio
il mio volto cade: rovina
e frana: cascate di carne
piena di vermi – di larve

macello il muscolo marcio
e lo rendo – poltiglia rossa:
spremo il cuore con le dita
fino a farne frattaglie fulve


non posso fregare la morte
non posso aiutarmi a vivere
chi/cosa mi spinge alla fuga?


Non sono io – il colpevole
mi hai mostrato il peggiore
modo possibile: la pessima
strada che segue la vittima

[ tutto questo perché sei tu
la mia vittima – la prossima ]


[ un colpo di ciglia – e contagio


incubo nel nulla
riparo nel vuoto
a pieni polmoni
la pupilla – porta


la peste ]


http://www.myspace.com/lupusmetallorum3



Thanks to: Daniele Assereto, Marco Turco, Francesco Bianco, Daniele Ferrero, Carlo Barreca, Andrew Mc Pauls, Wild Steel, the Whole Varka, all my burning brothers, all my scarlett sisters. Beloved Believed!]






Chiara

[1] Sir John Davies
[2] Escape To The Void, Sepultura

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