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lunedì, novembre 02, 2009

DAMA GOES TO HELL

[Dama @ Teranova Festival, Roma, Fotografata da: Vanhacker ☭]


Lettera aperta – rivolta ai soli rocker e metallari
[e a qualche sparuto neurone sopravvissuto in un certuno, coraggioso, cranio]

Miei amati Voi,
la domanda che, puntuale, mi piomba sulle borchie – nell’ultimo periodo [periodo che dura da un triennio, ma lasciamo perdere] è: «ma che cazzo ci fai tu qui in mezzo?». Nulla? Casino? Espiazione volontaria di peccati karmici? Fioretto perpetuo? E per quanto responsabile possa essere – l’unica risposta che rispecchi realtà oggettive è: «combatto i mulinai a vento». Ogni tanto capita [e Lemmy li/vi benedica] qualcuno che non storca il naso e non sciorini – rigorosamente in sestine liriche – ribrezzo e disgusto. Violare il sacro tempio di Apollo con un corpo di Metallo è oltraggio che la Cultura [quella che, per inciso, si Autoriconosce/Autodefinisce tale] non può non solo tollerare, ma neanche concepire. E così, scopro [sì, insomma, non scopro un tubo: ora ne ho semplicemente le “prove scritte”] che “la bassa cultura di massa” NON è il Grande Fratello o Reality simili, NON la feccia lucchettara pubblicata, NON un Paese di Candy Candy dove tutti sono buoni-bravi-buonisti-benigni-benefattori [e poi sono pronti a sgozzarti/sgozzarsi pur di sentirsi dire/dare dei migliori], NON la farcitura citazionista e di aria fritta, NO! “La bassa cultura di massa” è il Rock, è il Metal. Anche il Rock e anche il Metal, per essere precisi: ci dividiamo la grandine accusatoria di Arcadici/Accademici anche con i Fumetti…
In alto, lassù, nel Paradiso del “Glorioso Gotha”, quando proprio ci va di lusso, siamo topastri da laboratorio – da osservare con rigoroso, implacabile, occhio/orecchio critico. Ottimo! Se questo è il Paradiso, resto nel mio Inferno – nel basso di chi si sporca con la vita vera. E non passa il tempo a spaccar specchi [avete mai provato a far, gentilmente, notare – a loro, all’alloro nelle piccole cerchie concluse – che non sono i “più intelligenti del Reame?”. È un’esperienza mistica: in un attimo verrete assaliti da Puoti, malmenati da Wittgenstein, trafitti da Dostoevskij. Non propriamente da Puoti, Wittgenstein e Dostoevskij – per palesi motivi – ma dai loro accanitissimi alfieri. Eh sì che NON mi risulta né il Rock né il Metal abbiano mai fatto niente né a Puoti, né a Wittgenstein né a Dostoevskij].

Questa mia solo perché: constatato [e non ci vuole un genio!] che il pubblico di un qualsiasi ROCK IN RIO è stato/è/sarà necessariamente più ampio del pubblico di un qualsiasi reading Poetico [e si sprecano i perché di questa Realtà] – sono stata accusata di bieco capitalismo:

http://www.nazioneindiana.com/2009/11/01/io-marilyn-monroe-shakespeare-francis-bacon-e-la-bellezza-dopo-l%e2%80%99annuncio-del-grande-onanista/#comment-122974

Questa mia solo per: ringraziare chi pompa sangue per il futuro e non psicopompa passatismi facendosi – vicendevolmente – fellatio mentali.

My Best Growls,
CD

3 commenti:

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Mia C[hi]ara,
il problema risiede nella pigrizia mentale di chi si Autoriconosce/Autodefinisce Cultura, asser[ragliando]si poi nel sacro tempio di Apollo (sacrileg[i]o!). E potrei già chiuderla qui, è talmente evidente… no?
Tutto “è” uguale a tutto (anche il sacrileg[i]o, che funziona davvero - ahinoi - a tutti i livelli…), potenzialmente, tutto “è” cultura, potenzialmente; il discrimine risiede nel suo attore/l’at[t]ore. Poesia “è” cultura, letteratura “è” cultura, arte “è” cultura, fumetto “è” cultura, musica “è” cultura, rock “è” cultura, metal “è” cultura, goth “è” cultura (non “è” un elenco completo, me lo [si] perdoni), anche la merda “è” cultura; è “chi” la caga, la suona, la canta, la disegna, la scrive che “non” è necessariamente cultura, ché “non” è necessariamente un artista, che “non” è necessaria mente.
Sarebbero valutazioni da farsi caso per caso, ma vaglielo a far fare, al pigro! Che lo capisce anche lui, non [ti] credere, ma preferisce [an]negarlo, una volta che si è Autodafé (e ci autodafé)!
E temono il *corpo di Metallo (fra gli altri)*/ *Carne A[r]mata* perché sanno che sapremmo (come sappiamo) usarlo, perché sanno come sapremmo (che sappiamo) usarlo, perché sanno di non essere necessari[amente] artisti.
Il problema del valore “non” è un problema ormai superato dalla cancellazione effettiva e irreversibile delle divisioni tra cultura alta e cultura bassa, postulata e messa in opera nell’epoca massmediologica postmoderna, la cultura "è" cultura o "non" è cultura, punto. Questo il vero valore, che tutt’ora e sempre persiste/[p]e[r]siste/r’esiste.
LaSpugna (Fabio Barcellandi)

Anonimo ha detto...

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